“Guai a quella società che ha bisogno di eroi” il rischio è quello di imbattersi in gente come Demetrio Romeo, protagonista del libro ‘Carta vetrata’ della giornalista Paola Bottero, pubblicato da Sabbia Rossa edizioni.
Demetrio è ben lontano dai cattivi che affascinano, quelli ai quali è possibile dopotutto riconoscere almeno un pregio, che si portano addosso almeno una motivazione per la loro meschinità, ininfluente se valida o meno. Di quelli che ci mettono di fronte alla nostra bassezza e ci inducono a guardarla con clemenza. Nella vita di Demetrio Romeo, in ogni suo agire, nel suo essere uomo e giornalista la Bottero non lascia neanche uno spiraglio per la redenzione, ed in mancanza di redenzione diventa quasi un obbligo interrogare la propria coscienza, spingersi allo scontro con le proprie responsabilità.
Un libro sull’antimafia, o sull’anti-anti mafia, una critica ficcante alla stampa e alla televisione, un ‘notizificio’ dove i criteri di qualità, ammesso che ne siano rimasti, abdicano in nome del sensazionalismo, della sete personale di successo. Difficile dire quale delle definizioni si attagli meglio allo scritto in questione, di certo ognuna ne descrive una parte ma la struttura è così complessa che nessuna da sola può racchiuderlo, forse però nel tentativo di offrire una sintesi di quella che sembra l’essenza dell’opera della Bottero si potrebbe dire che racconta «dell’inutile elevato a regola». (MPS)
Un’opera dove anche la scrittura è parte integrante della storia, la Bottero fa ricorso infatti ad uno scrivere serrato, nitido quasi rap, una scrittura che rimanda evidentemente al giornalismo; al miglior giornalismo, quello di frasi brevi per una fluidità di lettura che rifiuta le impalcature in favore della sostanza, che non necessita dell’eccesso di aggettivazione o di avverbi fiume, né del delirio di subordinate che inseguono subordinate, supportato da un linguaggio energico decisamente poco edulcorato che si fa anch’esso descrizione perfetta di un protagonista e del sistema che lo ha prodotto.
Ma al di la di qualunque riflessione che chiunque possa, voglia o debba fare, per quanto banale possa apparire ‘Carta Vetrata’ è un bel libro da leggere, da godere a patto però di ricordare che l’importante è coltivare sempre i semi del dubbio.