Ci ritroviamo ancora una volta a dover pubblicamente denunciare quelli che noi riteniamo essere i reali problemi della Giustizia, a fronte delle tante promesse ricevute (troppo spesso non mantenute), delle costanti critiche rivolte (anche provenienti da chi non è adeguatamente informato), dell’azione legislativa adottata negli anni, sempre rispettata, ma non sempre condivisa.
La situazione della Giustizia nel Distretto ė sotto gli occhi di tutti e rappresenta uno spaccato – possibilmente ancor più drammatico – della realtà nazionale.
Solo il grande senso del dovere e lo spirito di abnegazione degli addetti – in primis del personale amministrativo le cui carenze sono ormai endemiche in tutti gli uffici del Distretto (e le cui assunzioni sono ferme da oltre 15 anni) – consentono ancora un dignitoso esercizio della funzione giurisdizionale.
Ma per quanto tempo ancora ciò sarà possibile non è dato sapere, attesa la situazione degli organici – peraltro in gran parte scoperti – ormai assolutamente inadeguati alle esigenze del territorio.
Basti pensare – a puro titolo esemplificativo – alla situazione in cui versano:
– i Tribunali (compreso quello per i Minorenni) e gli Uffici di Procura di Reggio Calabria, Palmi e Locri che sono assolutamente carenti di personale amministrativo e presso i quali si paventa – addirittura – la chiusura di alcuni servizi per il pubblico;
– la situazione drammatica in cui versa il Tribunale delle Libertà, il cui organico appare assolutamente inadeguato alla realtà del Distretto ed alle modifiche legislative da ultimo introdotte;
– la Procura della Repubblica presso il Tribunale del Minorenni presso la quale, attualmente, è presente il solo Procuratore della Repubblica ed il solo ed unico posto di sostituto viene coperto a turno da magistrati appartenenti alle altre Procure del Distretto;
– Il Tribunale di Sorveglianza, il cui organico (un presidente e due magistrati) non ha mai subito modifiche nel corso del tempo nonostante sin dal 2010 il CSM si fosse espresso per l’aumento della pianta organica, che appare più che mai necessario alla luce dell’esorbitante lievitare del carico di lavoro, specie dell’Ufficio, a seguito delle modifiche ordinamentali dell’ultimo biennio;
– la Procura Generale che risulta avere scoperture in organico;
– la stessa Corte d’Appello, costretta quasi sistematicamente a dirottare verso il penale magistrati destinati al settore civile, con tutte le ricadute del caso, che appaiono e vengono percepite all’esterno come casi di denegata giustizia.
Anche l’assenza di idonei locali in cui esercitare la Giurisdizione rende l’azione quantomeno più faticosa e disagevole per tutti, operatori del diritto e pubblica utenza.
In tale contesto, la Giunta Distrettuale dell’ANM aderisce completamente a quanto esposto dalla GEC, del cui documento si dà lettura.
“La giurisdizione è strumento irrinunciabile di tutela dei diritti dei cittadini ed alla magistratura ne è affidato l’esercizio indipendente e imparziale.
L’ANM da lungo tempo denuncia la grave crisi di efficienza e di funzionalità in cui versa il sistema giudiziario italiano, che si traduce in crisi di credibilità della Giustizia, con gravi ricadute sul principio di legalità e di uguaglianza dei cittadini davanti alla legge. Tale situazione non è certo causata dall’inettitudine o dalla scarsa laboriosità dei magistrati ma da carenze organizzative, da gravi vuoti nell’organico del personale amministrativo -largamente inferiore alle necessità minime del sistema-, da un’innovazione tardiva e insufficiente, da una politica da troppo tempo disattenta ed incoerente nei settori della giustizia civile e penale.
L’ANM richiede da tempo riforme coraggiose, attraverso gli investimenti adeguati, che restituiscano al sistema efficienza e dignità, sollecitando in particolare:
– interventi sugli organici, sulla riqualificazione e sulla formazione del personale amministrativo, ormai ridotto a livelli inferiori a quelli di minima funzionalità e gravato da crescenti responsabilità;
– forti interventi nel settore dell’organizzazione, con una stabile disciplina della magistratura onoraria e la piena realizzazione dell’ufficio del processo;
– un corretto processo di informatizzazione, che non cerchi di realizzare risparmi attraverso l’imposizione ai magistrati di compiti impropri e di un inaccettabile aggravio delle modalità di lavoro;
– hardware e software adeguati ed una rete efficiente;
– formazione qualificata e assistenza tempestiva, a sostegno del processo civile telematico e del nascente processo penale telematico;
– il completamento della riforma della geografia giudiziaria e degli organici;
– la realizzazione di condizioni di lavoro adeguate al decoro della giurisdizione, sia per i magistrati sia per tutti coloro che contribuiscono al servizio;
– interventi nel settore del processo civile, diretti a realizzare la semplificazione e l’uniformità dei riti;
– la riforma coraggiosa del processo penale, che vinca ogni resistenza conservatrice e promuova la semplificazione del rito, la salvaguardia delle garanzie reali e l’eliminazione di ogni inutile formalismo;
– la riforma urgente della prescrizione, che ne escluda il decorso almeno dopo la sentenza di primo grado, eliminando le storture di un sistema che vanifica anni di lavoro;
– il sollecito esercizio della delega già conferita al Governo nei settori della depenalizzazione, delle sanzioni e delle misure alternative.
L’ assenza degli interventi indicati comporta l’esercizio continuo di un’attività di supplenza in vari settori dell’attività giudiziaria; emblematiche in proposito sono l’assenza dei cancellieri durante lo svolgimento delle udienze civili e l’ assenza degli ufficiali giudiziari nelle udienze penali, che determinano la necessità di verbalizzazione delle attività da parte del magistrato e la difficoltà a garantire l’ osservanza del divieto di comunicazione dei testimoni tra loro e con le parti (art. 149 disp. att. c.p.p.)”
La Giunta ANM, Sezione di Reggio Calabria