Una cerimonia in grande stile e di teatralità sospesa, nell’aria tra il fiume e il cielo, con nel mezzo il ponte finalmente aperto alla gente, ai passi, agli sguardi che si allungano su una visuale paesaggistica incantevole, dall’una e dall’altra parte.
Il ponte di Calatrava, intitolato a San Francesco di Paola, è stato ufficialmente tenuto a battesimo venerdì 26 gennaio con il tradizionale taglio del nastro a cui oltre il sindaco Mario Occhiuto hanno partecipato il progettista di fama mondiale Santiago Calatrava, il vescovo emerito di Cosenza-Bisignano mons. Salvatore Nunnari, il prefetto Giancarlo Tomao e le autorità civili e militari del territorio. Tantissimi i sindaci e gli amministratori, fra cui il presidente della Provincia di Cosenza Franco Iacucci, arrivati da ogni parte della Calabria. Ma, soprattutto, nel rituale dell’inaugurazione accompagnato da una voce narrante e poi dallo spettacolo ideato dal direttore artistico Valerio Festi, c’erano loro, i bambini che rappresentano il futuro e ai quali questa imponente opera architettonica è principalmente dedicata.
Il primo cittadino, con alle spalle la folla in attesa di fare il suo ingresso, si è idealmente impossessato del ponte a nome della città, riflettori a illuminare il momento, quindi tutti sopra, insieme, vivendo una festa collettiva che ha tenuto con il capo all’insù, tra la musica, le luci e i colori cangianti degli stralli che ricordano le corde di un’arpa. Non è mancata la benedizione religiosa, poi i saluti introduttivi, tra cui quelli emozionati, subito dopo l’intervento del Prefetto, di Armando Cimolai, patriarca ultra novantenne della ditta che ha portato a compimento i lavori.
Moltissimi e doverosi i ringraziamenti del sindaco Occhiuto, al suo vice Jole Santelli, alla sua Giunta, all’Amministrazione comunale che dopo 15 anni dalla genesi ha portato a compimento il progetto consegnando la struttura alla città, un grazie alla stessa ditta Cimolai e a tutte le ditte a supporto, le maestranze, gli operai che hanno realizzato l’opera alta 104 metri per una inclinazione di 52 gradi e lunga 130 metri.
“Ho avuto l’onore – ha detto il sindaco Occhiuto ricordando anche Giacomo Mancini sotto il cui governo fu avviato il percorso – di completare questo progetto per la città, che è simbolo di continuità tra passato e futuro, tra la storia e la modernità. Destiniamo quest’opera ai giovani perché possano essere orgogliosi di Cosenza, città che porta con sé l’idea di innovazione. Sono felice di vedere qui moltissime persone che dopo tanta attesa si riappropriano di un pezzo di città che noi oggi abbiamo realizzato, fra l’altro in due aree marginali in fase di riqualificazione. Questo credo sia un segno importante di innovazione e qualità, e di crescita del Sud”.
Accolto come una vera archistar, Santiago Calatrava, architetto, ingegnere e scultore, non si è sottratto alle numerose richieste di interviste, autografi e selfie: “Questo ponte – ha detto Calatrava – collega due generazioni, il sindaco Mancini, per il quale l’ho progettato, e il sindaco Occhiuto che è riuscito a portarlo a termine. Simbolicamente è un’opera che dimostra che a Cosenza c’è un grandissimo desiderio di modernità e di rinnovo. Sono fiero di vedere che in questa città millenaria abbiamo lasciato qualcosa che appartiene nettamente al ventunesimo secolo. Diversamente da quelli a cui siamo abituati, questi sono ponti che marcano un segno, marcano il territorio, e creano anche un senso dell’umanità che proviene dal significato intrinseco del collegamento”.
Da ogni parte, e in migliaia, si sono dunque goduti lo spettacolo di un’ora curato dallo Studio Festi, già ideatore di cerimonie olimpiche e che, nel capoluogo bruzio, in questa circostanza ha realizzato quadri carichi di poesia visiva, dedicati alla cultura di Cosenza, con le musiche di Alfonso Rendano, angeli sospesi, una grande sfera che è salita in alto raggiungendo l’antenna curvata come un lupo che ulula alla luna. Donne volanti, candidi uccelli e meravigliosi fuochi pirotecnici specchiati nell’acqua: così il ponte di Calatrava è stato consegnato alla vita e alla vivibilità di tutti. Non solo un’inaugurazione – la prima in assoluto di una significativa opera pubblica del Sud nell’era dei social, con i telefonini a offrire dirette e scatti in tempo reale – bensì proprio un appuntamento che resterà impresso nella memoria collettiva come slancio ad andare incontro al futuro.
E all’indomani, all’alba, ad attraversare il ponte di Calatrava si sono subito visti gruppi di sportivi in bicicletta o a fare footing e ancora, per l’intera giornata, flussi di persone a piedi, senza soluzione di continuità.