venerdi13 agosto 2010 PRELUDIO : CINEMA E JAZZ Roccella Jonica Auditorium Comunale ore 19,15 Auditorium Comunale ore 22,00 CINICO JAZZ
“ovvero il Jazz secondo Ciprì e Maresco”
con SALVATORE BONAFEDE pianoforte
GABRIELE MIRABASSI clarinetto
FRANCO SCALDATI voce recitante
Interviene FRANCO MARESCO
Auditorium Comunale ore 22,00
Anteprima Nazionale del film
IO SONO TONY SCOTT
ovvero come l’Italia
fece fuori il più grande clarinettista del jazz
di FRANCO MARESCO
alla presenza di
FRANCO MARESCO E MONICA SCOTT
La 30^ edizione di Rumori Mediterranei Roccella Jazz Festival ,con la direzione artistica di Paolo Damiani si apre con un Preludio all’Auditorium Comunale di Roccella Jonica venerdi 13 agosto con “Cinico Jazz” ovvero il Jazz secondo Ciprì e Maresco con la partecipazione dell’attore Franco Scaldati e gli interventi di Franco Maresco e con la musica di Salvatore Bonafede al piano e Gabriele Mirabassi al clarinetto.Seguirà sempre all’Auditorium Comunale l’Anteprima Nazionale del Film “Io sono Tony Scott” di Franco Maresco sulla vita del famoso jazzista.
Pochi sanno che Ciprì e Maresco hanno incominciato a lavorare insieme realizzando trasmissioni di jazz per una televisione palermitana che si chiamava (si chiama) TVM. Non percepivano uno stipendio vero e proprio, ma in cambio potevano disporre di attrezzature professionali per produrre i loro cortometraggi e, soprattutto, le prime strisce di Cinico tv, che di lì a poco sarebbe diventato uno dei programmi più originali e dissacranti della televisione italiana. Da allora il jazz è stato un elemento costante nella produzione televisiva e cinematografica di Ciprì e Maresco, e sono non pochi i documentari che i due autori palermitani hanno dedicato ad alcuni dei più grandi protagonisti di questa musica, come Louis Armstrong, Miles Davis e Duke Ellington. Nel 1996 realizzano “A memoria”, un mediometraggio muto pensato su misura per il leggendario sassofonista soprano Steve Lacy, il quale improvvisa sulle immagini del film. Una volta Ciprì e Maresco hanno detto: “Facciamo i film pensando al jazz, senza schemi precostituiti.
Ci viene un’idea e la sviluppiamo improvvisando come se suonassimo in una jam session. Il nostro è un cinema jazzistico”.
Si può definire Cinico Jazz una breve storia del jazz secondo Ciprì e Maresco, a volte irresistibilmente comica, altre volte più drammatica.
In scena c’è Franco Maresco nella veste di “presentatore” che introduce e commenta i frammenti di Cinico Tv e di altri video della coppia, mentre la parte musicale è affidata a Salvatore Bonafede (pianoforte) e Gabriele Mirabassi (clarinetto), ormai da anni acclamati come due grandi del jazz italiano e internazionale. Nel corso dello spettacolo improvvisano sulle immagini di Ciprì e Maresco, suonando celebri standard del jazz, quasi tutti legati ai nomi di musicisti siculo-americani come Nick La Rocca (Domenico La Rocca), Frankie Laine (Francesco Paolo Lo Vecchio), Tony Scott (Anthony J. Sciacca) e altri (Quanti sanno che i jazzisti di origine siciliana hanno dato, insieme agli afroamericani, il più grande contributo alla storia del jazz?).Infine, un aspetto molto importante di Cinico Jazz è dato dalla presenza sulla scena del grande attore e drammaturgo Franco Scaldati, il quale legge testi suoi e di Salvo Licata, trasportando gli spettatori in una Palermo cupa e disperata, svelandone l’anima più nera, ma anche, nello stesso tempo, la rabbia e la voglia di riscatto di chi ancora continua a resistere, malgrado tutto. Uno dei momenti più suggestivi dello spettacolo è quello in cui Scaldati rievoca i particolari richiami con i quali gli “abbanniaturi” (venditori e artigiani ambulanti) annunciavano il loro arrivo nei quartieri e nelle contrade per vendere le merci e offrire i loro servizi. Erano richiami un po’ cantati e un po’ parlati, caratterizzati da variazioni ritmiche e modulazioni melodiche di evidente origine araba. Scaldati ripropone, insieme a Bonafede e Mirabassi, le “abbanniatine” sottoforma di call and response, alla maniera degli spirituals e dei canti blues, dimostrando ancora una volta che il jazz è una musica che non conosce confini e rinasce continuamente.
Il film: “Io sono Tony Scott” è stato realizzato in un arco di tempo di tre anni. Racconta la vita del clarinettista siculo-americano Anthony Joseph Sciacca, divenuto alla fine degli anni ’40 Tony Scott, il più grande clarinettista del jazz moderno. Ripercorrere la vicenda musicale e personale di Tony significa raccontare sessant’anni di jazz, di incontri umani e artistici incredibili, ma anche, nello stesso tempo, la storia americana della seconda metà del secolo scorso, con le sue battaglie per i diritti civili e umani, di cui Tony Scott fu uno dei principali e appassionati sostenitori.L’emigrazione: Tony fu sempre in prima linea contro ogni forma di discriminazione, politica o etnica, perché sapeva bene che cosa significa essere emarginati in un paese straniero. Era nato da genitori siciliani arrivati in America da Salemi (Trapani) all’inizio del Novecento e aveva vissuto sulla propria pelle l’umiliazione di essere definito un “dago”, un italiano secondo la definizione razzista che ne davano gli americani. E come lui tanti altri erano chiamati mafiosi, molti italiani che sarebbero diventati grandi del jazz: Nick La LaRocca, Eddie Lang (Salvatore Massaro), Joe Venuti, Louis Prima, Tony Parenti, Frankie Laine (Francesco Lo Vecchio), Frank Rosolino, George Wallington (Giacinto Figlia) e tanti altri. Il film parla anche di loro e del grande contributo che hanno dato alla musica americana del Novecento.La World Music: Tony Scott alla fine degli anni Cinquanta lasciò gli Stati Uniti e andò a vivere in Oriente per cinque anni, tra Giappone, Indonesia e Thailandia. Qui mise a punto forse il primo vero esempio di World Music, di fusione di musica tradizionale orientale e improvvisazione. Il suo fu un contributo innovativo perché i musicisti di Koto, per esempio, non praticavano l’improvvisazione, che consideravano quasi un tabù. Nel 1964, Tony registrò Music For Zen Meditation, uno dei dischi fondamentali degli anni Sessanta, che ha influenzato intere generazioni di musicisti.
Tony, musicista completo: Tony Scott è stato, insieme a Buddy DeFranco, il primo clarinettista a suonare il be-bop su uno strumento che sembrava inadatto per parlare la lingua di Charlie Parker. Pochi anni dopo, ai nomi di Tony e Buddy si aggiungerà quello di Jimmi Giuffrè, guarda caso anche lui italiano(siciliano come Tony). Naturalmente non è un caso se gli italiani sono stati i principali clarinettisti nel jazz moderno (c’è anche il grande John La Porta), e anche di questo il film parla. Ma Tony, a differenza degli altri clarinettisti, andò oltre uno stile (il be-bop) o un genere, col tempo divenne un musicista “Totale”, un visionario che anticipò di anni linguaggi e tendenze, come per esempio la musica atonale e quella elettronica. Negli anni Cinquanta la sua attività fu incredibile, suonando il jazz tradizionale e quello più all’avanguardia (la Third Stream con John Lewis e Gunther Schuller), componendo e arrangiando per la sua grande amica Billie Holiday (Lady sing the blues oppure la splendida Misery).Bill Evans: il film racconta, con testimonianze di protagonisti di allora, che Tony fu il musicista più decisivo a portare Bill Evans nel jazz, facendogli incidere i suoi primissimi dischi. E Bill gli fu sempre affezionato, come testimonia Eddie Gomez.Harry Belafonte: quanti sanno che Banana Boat, una delle più celebri canzoni del pianeta, fu l’arrangiamento di un canto di lavoro giamaicano scritto proprio da Tony Scott? Il celebre inizio”Deyoo” fu una sua invenzione. Tony per decenni sostenne di essere stato defraudato dei diritti che gli spettavano, ma in realtà questa storia fu una delle tante ossessioni che con il trascorrere del tempo caratterizzeranno il Tony Scott della vecchiaia.
La proiezione sarà preceduta alle ore 19.15 dallo spettacolo “Cinico Jazz” ovvero il Jazz secondo Ciprì e Maresco con la partecipazione dell’attore Franco Scaldati e gli interventi di Franco Maresco e con
la musica di Salvatore Bonafede al piano e Gabriele Mirabassi al clarinetto.