La Corte d‘app di Cz con sentenza del 12.9.us ha disposto nei confronti della posizione dell’imprenditore reggino Antonino Pirrello, l’assoluzione dal reato contestato ex art 416 ter cp (scambio elettorale politico mafioso) e la riqualificazione dello stesso in corruzione elettorale semplice condannandolo alla pena di anni 1 pena sospesa e annullamento di ogni misura interdittiva
La vicenda trae origine dall’operazione denominata “Basso Profilo “ condotta dalla DDA di Catanzaro che ha portato all’emissione di ben 50 misure cautelari che hanno coinvolto imprenditori, amministratori locali e politici di caratura nazionale.
Secondo gli inquirenti il Pirrello avrebbe appoggiato a livello elettorale, durante le elezioni del 2018, l’on.le Talarico e questo “patto di scambio” avrebbe giovato all’imprenditore reggino entrature negli appalti pubblici.
Nonostante la condanna in I grado il Pirrello si è sempre professato innocente ed estraneo ad ogni coinvolgimento di reità contestato.
La sentenza della Corte di Appello di Cz – ripetesi di anni 1 pena sospesa- assume maggior valore se si dovesse considerare che anche l‘ufficio di procura DDA di cz ha proposto appello al provvedimento di I grado chiedendo un aumento di pena sia per l’on.le Talarico che per il sig. Pirrello
La Corte di CZ presieduta dalla Dott.ssa Di Girolamo, invece, ha disatteso totalmente le ragioni della DDA di Cz ed accogliendo le tesi difensive (per come gia peraltro aveva fatto il TDL e la Corte di Cass in sede cautelare ) ha assolto il Pirrello dal reato di cui all’articolo 416 ter cp. E 416 Bis C.1.
Durante la vicenda l’imprenditore reggino è stato rappresentato dagli avv. Biagio Di Vece e Natale Polimeni che sono riusciti a sviscerare le accuse volte verso il Sig. Pirrello evidenziando come l’area giurisprudenziale inerente all’elaborazione dei criteri per risolvere le questioni di diritto possano essere caratterizzate da complessità, incertezza e malleabilità ma che, al tempo stesso, non vi è obiettivo più importante di far prevalere la giustizia soprattutto nella certezza dell’innocenza del proprio cliente. I legali, sicuri della totale estraneità del proprio assistito hanno preannunciato di voler ricorrere dinanzi alla corte di cassazione non appena verranno depositate le motivazioni da parte del collegio, rimarcando comunque l’importanza della pronuncia della corte di appello che restituisce allo stesso imprenditore l’onorabilità e il decoro pubblico e privato, fortemente leso dalle infamanti accuse di fenomeni mafiosi.””