di Clara Varano – L’ultimo rapporto di Legambiente sul’Ecosistema Urbano boccia la Calabria e la boccia su tutti i fronti. Ad essere precisi boccia le calabresi, le città capoluogo di provincia. Nella classifica finale le nostre cinque “ridenti” cittadine si collocano dal 90esimo posto a scendere. L’ultima è Crotone che si posiziona alla 102esima posizione, dopo solo Isernia e Agrigento. Subito prima di Crotone ci sono Catanzaro (100), Reggio Calabria (99), Vibo Valentia (97) e Cosenza al 90esimo posto. Ma nello specifico? Quali sono gli indicatori che hanno decretato la catastrofe calabrese?
Per rassicurare chi sta pensando “Menomale che della Calabria si è sempre detto: aria pulita, acqua cristallina, ambiente di qua, ambiente di là!”, ci teniamo immediatamente a precisare che le cinque città non sono ultime in graduatoria perché maggiormente inquinate. “Magari” verrebbe da ironizzare. No, semplicemente i Comuni, deputati a fornire i dati per elaborare la classifica, nella compilazione di alcuni questionari forniti da Legambiente, non sono stati solerti e non li hanno proprio consegnati. Cosenza ha addirittura disatteso più del 50% dei questionari. Sulle isole pedonali e le piste ciclabili Legambiente è molto informata su ciò che accade nelle cinque province, sulla presenza di ozono, biossido di azoto e piccole particelle, invece, i Comuni hanno ritenuto opportuno, in molti casi, non informare. E su questo c’è da domandarsi il perché. Forse i dati sono davvero così catastrofici. Oppure dobbiamo pensare che non sono stati in grado, i responsabili, di compilare i campi indicati?
Legambiente, da quest’anno “a differenza delle passate edizioni – si legge nel report – che premiavano la capacità di risposta delle pubbliche amministrazioni al questionario inviato da Legambiente (sia in termini di schede consegnate, sia in termini di effettive risposte fornite), quest’anno” prende in considerazione “la mancata risposta: in particolare, viene assegnato un punteggio negativo (“malus”) che è proporzionale ai punti teoricamente assegnabili per i quali non sono state fornite informazioni e che comporta una riduzione del punteggio finale da 0,6 a 5,4 punti percentuali”. Qui sta l’inghippo.
Vediamo, però, quali sono i questionari ai quali le calabresi non hanno dato seguito. In primis ci sono quelli sulla qualità dell’aria (biossido di azoto, ozono e piccole particelle – PM10). A questi 3 questionari solo Catanzaro invia le risposte per quel che concerne l’Ozono posizionandosi al 66esimo posto, per le altre campeggia un Nd, nessun dato fornito. Quindi non è dato sapere quanto biossido di azoto, ritenuto velenoso e dannoso per la salute umana, quante piccole particelle le cosiddette polveri, e ozono “svolazzano” nei nostri nasi…
Per quanto concerne l’acqua, esclusa Crotone che non ha fornito dati, la più sprecona è Catanzaro che supera i 200 litri di acqua per abitante consumata quotidianamente. Meglio le altre.
I rifiuti sono la vera maglia nera per le calabresi. Cosenza non pervenuta, tanto per la produzione di rifiuti, quanto per la raccolta differenziata. Catanzaro, Reggio Calabria, Crotone e Vibo Valentia, per la produzione non vanno malissimo e restano nella prima colonna della classifica. Tutt’altro quadro per la raccolta differenziata. Catanzaro è l’ultima in classifica con solo il 2,5% di rifiuti differenziati, Reggio e Crotone sono all’89esimo e all’85esimo posto. Vibo, come Cosenza, non ha fornito dati al riguardo.
Anche i trasporti non sono al top. La distinzione è fatta tra grandi, medie e piccole città. Catanzaro e Reggio sono alle ultime posizioni per la quantità di mezzi pubblici utilizzati dai cittadini e il motivo può anche essere facilmente intuibile. Idem per Vibo, Crotone e Cosenza tra le città piccole. Quanto all’offerta, invece, Catanzaro e Cosenza non fanno male. Il capoluogo di regione è all’11esimo posto tra le città medie, la città Brutia, invece è al 5 posto tra quelle piccole. Reggio,Crotone e Vibo non brillano.
A chiusura dei vari questionari indicatori per la classifica c’è l’energia. Reggio Calabria è la città che consuma di più, mentre Cosenza è la più diligente, all’11esimo posto nella classifica generale. L’energia rinnovabile, invece, sorridono solo a Vibo Valentia, che è al 24esimo posto.