di Stefano Perri – Le mani della ‘ndrangheta sull’Emilia Romagna. Gli affari nel settore dell’edilizia, del movimento terra e gli appalti milionari dopo il terremoto del 2012. E’ seguendo questa pista che gli inquirenti della Procura Distrettuale Antimafia di Bologna, coadiuvati dai colleghi di altre sei regioni italiane, sono arrivati stamattina a mettere le mani sulla fitta rete costruita dalla ‘ndrangheta per gestire i suoi affari nella terra del lambrusco.
Sono in totale 117 i provvedimenti di custodia, per la maggior parte emessi in Emilia, ma anche ma anche Lombardia, Piemonte, Veneto e Sicilia. Contestualmente si stanno muovendo le procure di Catanzaro e Brescia che hanno emesso 46 provvedimenti. Tutti sono accusati di associazione di tipo mafioso, estorsione, usura, porto e detenzione illegali di armi da fuoco, intestazione fittizia di beni, riciclaggio, emissione di fatture false. Reati che in alcuni casi hanno anche carattere internazionale, arrivando a lambire i territori di Austria, Germania e San Marino.
Nel mirino degli inquirenti la fitta rete costruita dalla cosca dei Grande Aracri, originaria di Cutro, in provincia di Crotone, della quale da tempo è documentata l’infiltrazione in Emilia, soprattutto nel comprensorio di Brescello dove vivono alcuni esponenti di spicco della ‘ndrina calabrese.
Proprio pochi giorni fa la Guardia di Finanza di Reggio Emilia aveva prodotto un provvedimento di sequestro beni, per un valore di 10 milioni di euro, nei confronti dell’imprenditore 54enne originario di Cutro, Giorgio Grandinetti, ritenuto contiguo alla cosca del crotonese.
Tra gli odierni arrestati diversi imprenditori titolari di ditte nel settore del movimento terra, imprese di costruzioni, alcune delle quali si erano aggiudicati gli appalti della ricostruzione dopo il terremoto in Emilia del 2012. Affari che avrebbero fruttato alla cosca centinaia di milioni di euro. Sequestrati, nell’ambito dell’operazione della Dda di Bologna, beni mobili e immobili per un valore complessivo di 100 milioni di euro.
Tra i soggetti raggiunti da provvedimento cautelare anche il consigliere comunale di Reggio Emilia Giuseppe Pagliani, espressione di Forza Italia. I carabinieri lo hanno prelevato stamattina nella sua abitazione di Arceto di Scandiano vicino a Reggio Emilia. Quello del condizionamento elettorale è un altro dei filoni seguiti dagli inquirenti che sono riusciti a ricostruire il sostegno della cosca di Cutro ad alcuni candidati emiliani durante le elezioni amministrative.
Leggi anche:
‘Ndrangheta in Emilia: regali e night club per gli ”sbirri” amici dei clan
‘Ndrangeta: Inchiesta Aemilia, in galera 163 persone in 6 regioni diverse
In manette il capo clan Sarcone e numerosi imprenditori calabresi