I mari italiani non godono di ottima salute e quelli calabresi sono addirittura considerati cronicamente malati. E’ quanto risulta dall’ultimo rapporto di Goletta Verde di Legambiente, che ogni anno campiona, analizza e scandaglia le acque marine del Bel Paese, al di là delle versioni ufficiali. La Calabria, interessata nelle ultime settimane anche da diverse proteste da parte delle comunità locali per “mare sporco”, secondo il rapporto ambientale 2016 è tra le situazioni più critiche, tra quelle con più divieti di balneazione e da interventi delle forze dell’ordine per irregolarità nel servizio di depurazione.
Se nell’edizione 2016 oltre la metà dei punti sono risultati inquinati, 1 su 5, soffre di ‘inquinamento cronico’, in quanto dal 2010 ad oggi è risultato fuori i limiti di legge per almeno 5 volte. Di questi il 94% corrisponde a foci di fiumi, torrenti, scarichi e canali. Tutte le regioni costiere hanno almeno un punto “malato cronico”, ma in alcune la situazione è particolarmente rilevante, con almeno 5 punti campionati che risultano inquinati ormai da anni (Marche, Liguria, Lazio, Campania e Calabria).
“Gli scarichi non depurati sono i peggiori nemici del turismo – continua Giorgio Zampetti, responsabile scientifico di Legambiente -. Il nostro monitoraggio ha l’obiettivo di non fermarsi alla sola denuncia, ma soprattutto di avviare un approfondimento e confronto per fermare l’inquinamento da mancata depurazione che si riversa in mare. Per alcune situazioni critiche da diversi anni, grazie alla stretta collaborazione con le forze dell’ordine e le amministrazioni locali, si è arrivati a individuare le cause e risolvere il problema. Ora c’è la legge sugli ecoreati, che prevede anche il reato di inquinamento ambientale, valido strumento contro chi continua a scaricare illegalmente nei fiumi e nel mare”.
I dati della regione, molti tratti contraddistinti da “Forte inquinamento”
Nello specifico la Calabria, con ben 714 Km di costa, è stata monitorata in 24 punti, tra questi 18 sono oltre i limiti: 15 fortemente inquinati e 3 inquinati. Questi dati, principalmente, dipendono dalla mancata corretta depurazione. E sulla depurazione si apre un altro capitolo. Sì, perché la Calabria è la terza regione, prima vengono solo Campania e Sicilia, per la maggiore percentuale di agglomerati, comune o insieme di comuni interessati dallo stesso sistema di depurazione, in infrazione o addirittura condannati. Ben il 62% sul totale regionale di “agglomerati”, è in infrazione o è stato condannato per non aver attuato le direttive Ue, e per la precisione 148 su 239 agglomerati.