La legge 183/2014, meglio nota come Jobs Act, esprime una nuova visione del rapporto di lavoro in cui si punta a ridimensionare il ruolo dei sindacati, per promuovere il rapporto diretto tra datore di lavoro e addetti. Questo è uno dei punti salienti emersi nel corso del seminario svoltosi giovedì scorso, presso il Museo del Presente di Rende ed organizzato da “Rende bene comune”, l’associazione politico-culturale, rappresentata nel consiglio comunale di Rende.
Il relatore del seminario è stato il prof. Antonio Viscomi, docente ordinario di Diritto del Lavoro presso l’Università di Catanzaro.Ad introdurre i lavori è stato il prof. Antonino Bova, del Direttivo di “Rende bene comune”, il quale ha richiamato all’attenzione dei numerosi intervenuti sul valore del lavoro come elemento costitutivo della dignità della persona. Egli ha sostenuto che il lavoro non solo consente all’uomo di guadagnarsi da vivere, ma di esprimere i propri talenti, assumere una specifica identità nel corpo della società. Sono poi intervenuti Pierpaolo Iantorno, capogruppo in Consiglio Comunale di Rende Bene Comune e Vincenzo Pezzi, assessore alle Politiche Giovanili della Giunta Manna. Entrambi hanno sottolineato le attività messe in cantiere per promuovere lo sviluppo di politiche attive del lavoro sul territorio rendese.La relazione del prof. Viscomi ha presentato una chiave interpretativa molto approfondita delle novità contenute nella Legge delega 183/2014 e nei successivi decreti legislativi, in parte già in vigore ed in parte ancora in discussione. Il primo punto trattato è stato quello relativo ai nuovi ammortizzatori sociali con l’introduzione della Naspi, la nuova indennità di disoccupazione destinata a coloro che hanno perso involontariamente il lavoro. Tra le novità più rilevanti sul fronte degli ammortizzatori sociali vi è la nuova indennità di disoccupazione per i cosiddetti co.co.co. ( i collaboratori coordinati e continuativi), con o senza modalità a progetto.Al secondo punto è stato affrontato il tema delle nuove regole relative al contratto di lavoro. Per tutti gli addetti assunti dal 7 marzo 2015, è in vigore il nuovo assetto di regole che prevede l’erogazione di un indennizzo al lavoratore, anziché il reintegro, nel caso di licenziamento privo di giusta causa o di giustificato motivo. Un’altra grande novità della nuova normativa è la facoltà del demansionamento per i lavoratori, ad opera del datore di lavoro, qualora le modifiche organizzative aziendali lo rendano necessario. Passando a trattare il tema delle novità relative ai servizi per l’impiego, Viscomi ha evidenziato che è in corso un duro confronto di posizioni che vede contrapposti due fronti. Da un lato coloro che sostengono la necessità di dare vita all’Agenzia Nazionale per l’Occupazione, puntando ad una centralizzazione della regia delle politiche dell’occupazione. Dall’altra parte ci sono i sostenitori dell’attuale modello di funzionamento dei servizi, orientato al decentramento delle attività. Il nodo dovrà essere sciolto entro poche settimane, ovvero entro la data di definizione degli ulteriori decreti legislativi necessari ad attuare la Legge 183. Venendo alle conclusioni Viscomi ha richiamato l’attenzione sul fatto che nel Jobs Act mancano completamente le politiche industriali sulle quali intende muoversi il Governo Renzi. Eppure all’annuncio del Jobs Act nel 2014, erano state previste. Secondo Viscomi, non è la regolamentazione del mercato del lavoro a creare nuova occupazione. Solo lo sviluppo del tessuto produttivo può generare nuova occupazione, ma di scelte che definiscano le politiche industriali del nostro Paese non vi è traccia. A concludere il seminario è stato il Sindaco di Rende, Marcello Manna che ha confermato l’impegno dell’amministrazione comunale a farsi carico del problema occupazionale che vive anche la città di Rende ed a sviluppare le politiche attive del lavoro di propria pertinenza.
L’iniziativa ha dato spazio anche ad un significativo dibattito, riscuotendo un ottimo successo di presenze, tra le quali si segnalano quelle degli assessori del Comune di Rende, Vittorio Toscano e Antonio Crusco.