Il “re dei videopoker” di Reggio Calabria Gioacchino Campolo è stato condannato dal Tribunale di Reggio Calabria a 9 anni di reclusione per associazione per delinquere, frode fiscale e intestazione fittizia di beni.
Campolo era stato già condannato in via definitiva per alcuni casi di estorsione, anche aggravati dalle modalità mafiose. Titolare della ditta Are, monopolista nel settore del noleggio dei videopoker, Campolo secondo il giudice avrebbe costretto i propri dipendenti, minacciandoli di licenziamento, a firmare buste paga con un importo economico superiore a quello effettivamente percepito.
Insieme a lui sono stati condannati la moglie, Renata Gatto, a 7 anni e 6 mesi per riciclaggio e intestazione fittizia, Salvatore Gatto 6 anni, i due commercialisti Italo Carnevale 6 anni e Massimo Carnevale 5 anni e 6 mesi. Due anni e 6 mesi ciascuno per Francesco Di Renzo, Cristofaro Assumma, Massimo Giovanni Bertolino e Antonio Morabito.
Sono stati assolti, invece, i figli di Campolo: Ivana, Adriana e Demetrio. Per i quali il giudice ha accolto la tesi difensiva del legale Rocco Pinto, secondo la quale la donazione dei beni che Gioacchino Campolo aveva trasferito ai figli non mirava ad eludere le misure patrimoniali antimafia. “Non posso che esprimere il mio sollievo per una pronuncia che mi restituisce, quantomeno, la dignità frustrata da accuse infondate che mi hanno comportato immane sofferenza per una ingiusta detenzione domiciliare subita e per anni di estenuante processo”. Questo il commento di Demetrio Campolo subito dopo la notizia dell’assoluzione.