"Alba e tramonto": come la 'ndrangheta controlla il mercato della droga

27 ARRESTI IN CALABRIA ED ALTRE REGIONI
di Claudio Cordova (foto Franco Cufari)
Un fiume di droga che attraversava l’Italia sotto il controllo della ‘ndrangheta. I ventisette arresti, operati in Calabria e altre regioni, chiudono, di fatto, l’inchiesta “Alba e Tramonto”, portata a termine dalla polizia di Reggio Calabria e Polistena seguendo le indagini della Dda di Reggio, del pm Roberto Di Palma, in particolare.

La conclusione dell’operazione ha quindi messo la parola fine ad un ingente traffico di sostanze stupefacenti, avente come punto d’origine la Calabria. Il traffico, gestito da più famiglie, sia della Locride, uno degli arrestati, Francesco Pizzata, faceva riferimento alla cosca Nirta-Strangio di San Luca, che della Piana con le cosche Ierace-Petullà di Cinquefrondi e Squillace di Polistena su tutte, rappresenta la commistione, all’insegna del guadagno, tra consorterie di zone diverse, nonché la notevole valenza economica assunta dal traffico di stupefacenti per le cosche. E così cospicue quantità di hascisc, marijuana, ma anche eroina, viaggiavano lungo la penisola, raggiungendo Puglia e Toscana, soprattutto, ma anche Toscana e Piemonte, creando, oltre al problema squisitamente criminale, anche una grave piaga sociale per le città interessate

L’operazione “Alba e Tramonto”, chiusa ufficialmente quest’oggi, ha inizio invece circa due anni fa: culmina poi, il 16 ottobre del 2007, con la cattura del latitante Renato Petullà. I reati contestati sono quelli di associazione per delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, vendita, detenzione, trasporto e cessione illecita di sostanze stupefacenti. Nel corso dell’operazione sono stati sequestrati beni immobili per un valore di circa 1,5 milioni di euro.