di Francesco Creazzo – “Reggio Calabria trasformata in uno studio televisivo
per parlare delle strategie del territorio calabrese e delle ricette per la ripresa economica”
.
Si presenta così il “Roadshow” dell’emittente internazionale Cnbc, organizzato in collaborazione con il gruppo Mps,
giunto sulle rive dello Stretto per parlare di “Una storia italiana, Reggio Calabria sulla strada della ripresa: imprese, economia e mercati nel 2010”.
Una diretta televisiva con due “strisce” mattutine da piazza Camagna, condotte da Jole Saggese, per mettere a confronto il mondo delle banche, dell’imprenditoria,
delle associazioni di categoria e delle istituzioni su due grandi temi: “Calabria verso la ripresa” e “Reggio Calabria tra turismo e agricoltura”.
Le premesse ci sono tutte e non vengono deluse: gli incontri mattutini sono densi di contraddittorio.
Una situazione che si ripete nel “clou” della giornata: il talk show dal teatro Cilea che ha messo a confronto un tavolo di eccellenze imprenditoriali calabrese e uno di istituzioni e banche.
Per una volta, finalmente, pareri discordi tra le due “fazioni”.
Gli imprenditori Abramo, Amarelli, Caffo, Caminiti, De Bonis, Montesano, Capua, Nola e Repaci hanno infatti, stimolati dalle domande della stessa Saggese e del direttore di Class Cnbc Andrea Cabrini, dipinto
un quadro sicuramente rispondente alla realtà vista da loro punto di vista.
Una Calabria in decisa crescita nel 2010 e con ottime previsioni nel 2011: numeri che parlano di un’attività aziendale reggina inferiore di solo un punto rispetto alla media nazionale,
un incremento dell’1,2% nell’ultimo anno e un miglioramento generale rispetto a prima della crisi, a quel 2008 che – come ha detto Andrea Abramo – “è stato un ottimo anno”.
Crescita, innovazione,diversificazione delle attività e internazionalizzazione del mercato.
Questo è il dato per gli imprenditori calabresi, fotografata da Sebastiano Caffo: “Se fino a pochi anni fa la mia azienda lavorava al 90% sul territorio calabrese, oggi non siamo neanche al 30%
e abbiamo anche aperto filiali negli Usa e in Germania”.
Ottime notizie, insomma, per gli imprenditori che, tuttavia, escludono dal proprio dipinto l’altra faccia della medaglia, quella sottolineata da banche e istituzioni.
Per primo è stato il presidente della provincia Giuseppe Morabito a far notare alle eccellenze dell’impresa calabra che “i dati finora enumerati
mal si adattano a quelli occupazionali e specialmente a quelli che riguardano i giovani”.
D’accordo anche il responsabile Mps per la direzione territoriale Sud Gualtiero De Felice e il presidente di Confindustria Calabria Francesco Femia che ha rincarato la dose:
“Qui – ha detto – la crisi non si è sentita perchè da sempre la fa da padrona: lo testimoniano i 400 lavoratori cassaintegrati dalla Medcenter al porto di Gioia Tauro e, in generale, tutti i dati sulle microimprese”.
Microimprese al centro della sferzata di Lucio Dattola: il presidente della Confcommercio reggina ha snocciolato i dati sulle aziende del circondario.
“Sono 60mila le attività a Reggio e l’87% è costituito da microimprese. Ciò significa che il tessuto economico è molto frammentato e ciò fa soffrire parecchio queste realtà; tuttavia sono d’accordo con i rappresentanti della medio grande imprenditoria
quando parlano di crescita: i segnali in Calabria sono evidenti, sostenuti anche da politiche che recentemente si sono fatte vincenti. Basti pensare che Sabato si aprirà a Catanzaro il tavolo regionale permanente su economia e sviluppo per sfruttare,
finalmente in modo corretto, una grande risorsa ovvero i fondi strutturali dell’Unione Europea”.
Ma quali sono le soluzioni?
Spirito imprenditoriale, accesso al credito, mobilità e promozione. Sono queste le chiavi che la “Nomenklatura” dell’economia calabrese consegna a grandi piccoli e medi imprenditori dal palco del Cilea, in diretta nazionale su Sky.