La pandemia non frena gli eventi in Hospice: lo scorso 4 aprile, domenica di Pasqua, si è svolto online sulla pagina ufficiale di Facebook “Hospice Via delle Stelle” l’incontro culturale “SpazioCultura … la cultura che cura, in tempo di Pasqua”, incentrato sul tema della speranza e della rinascita, moderato da Cristina Caridi (Referente dello SpazioMusicale dell’Hospice reggino).
Gli utenti del social network hanno avuto l’occasione di conoscere più da vicino questa realtà reggina che – anche se attraversa ripetutamente momenti di difficoltà – non smette mai di essere vicina ai suoi ospiti. Ospiti e non pazienti, concetto espresso più volte durante l’incontro, poiché in Hospice l’ammalato e i suoi familiari sono attenzionati in quanto persone, nei minimi particolari anche attraverso la cultura, come ha sottolineato la psicologa Dott.ssa Arvino (Responsabile del servizio di psicologia di cure palliative dell’Hospice VdS).
“File rouge delle proposte culturali, realizzate dal maggio 2015 “con” e “per” tutti gli attori della scena assistenziale (Ospiti, familiari, volontari e operatori dell’equipe multidisciplinare), è promuovere un cambiamento culturale locale che permetta di percepire l’Hospice come luogo di vita, in cui preservare la migliore qualità di vita e incentivare il mantenimento del ruolo nel contesto umano, anche tramite varie forme di cultura, da quella musicale a quella teatrale, dalle lettura condivisa alla presentazione di libri” – spiega l’ideatrice di questo contenitore culturale quale servizio di cura.
“La cultura come occasione di ristoro dell’anima e della mente, che in questi anni ha visto come protagonisti numerosi artisti locali, che hanno donato il proprio talento, creando un rapporto continuativo tra la cultura e la cura. Cultura che sostiene la speranza, obiettivo di cura e, al contempo, alleata e componente della cura stessa. Speranza che in cure palliative non può essere vissuta come uno stato ma piuttosto come un divenire, orientato al mantenimento del controllo del proprio corpo, del proprio ruolo sociale e della propria spiritualità, così da dare un nuovo senso alla situazione che si vive. Cambiare prospettiva, dunque, per promuovere una speranza che non sia irrazionale illusione ma piuttosto capacità di ri-vedere la propria posizione rispetto a nuove prospettive e nuovi obiettivi possibili” – conclude la dssa Arvino.
Anche il Direttore Sanitario, dottoressa Ines Barbera, ha voluto sottolineare l’importanza della cultura dell’anima e dare un messaggio di speranza proprio in questo periodo di pandemia in cui il senso di precarietà colpisce tutta la popolazione, non solo i pazienti che devono affrontare la malattia e la paura stessa di essere malato. Il direttore sanitario ha lasciato il suo messaggio di speranza ad un oggetto che lei stessa “si prende cura” di decorare, un hobby come ristoro dell’anima, la decorazione di sassi in cui lei si diletta. Protagonista dell’espressione artistica è una bambina sull’altalena, che vuole rappresentare la giovinezza, che dondolandosi va incontro ad un cielo azzurro, un cielo ricco di speranza. Davanti a sé il nulla, il vuoto, che non intimorisce la ragazzina che, bendata, stringe forte le catene dell’altalena, quale segno della capacità di affidarsi alle proprie risorse. “Proprio questo affidarsi – aggiunge la dssa Barbera – é la forza per affrontare la malattia fino all’ultimo giorno, soprattutto con dignità. Sul retro del sasso, il messaggio di speranza si arricchisce con una frase della canzone “Futura” di Lucio Dalla… aspettiamo che ritorni la luce, sentire la voce, aspettiamo senza avere paura, domani”.
Un domani che attendono con ansia tutti i Volontari, un domani senza pandemia quando potranno rientrare in Hospice per svolgere la loro missione di sostegno. Calore e vicinanza vengono comunque garantiti dai Volontari nonostante la lontananza, come sostiene Nicola Saggese, che da anni opera all’interno dell’Hospice reggino. Il suo augurio é che tutti gli ospiti abbiano il coraggio e la gioia di vivere nonostante le fatiche e le difficoltà, proprio in linea con la prospettiva della Pasqua, quale rinascita, orizzonte nuovo, verso il futuro.
Ed è proprio un messaggio di speranza e di coraggio quello lanciato con passione e semplicità da parte di Frá Gaetano Amoruso, dei Frati minori di Calabria, del Santuario di Sant’Umile di Bisignano. Attraverso uno sguardo di fede e attraverso le parole di alcune parabole, il Frate ha commentando che la speranza è
qualcosa di molto concreto che anima la giornata ed è capace di dare una svolta. Il proprio lavoro e il proprio impegno serve ad essere concretamente utili al prossimo, come appunto la missione svolta dal personale dell’Hospice reggino, tale da far germogliare il seme dell’altruismo, che libera il cuore. Il coraggio, aggiunge Fra Gaetano, ci da il coraggio di rialzarci, il coraggio di fidarsi degli altri, di avere fede nel prossimo. La fede é un rischio, ma guai se non esistesse, il malato deve affidarsi a colui che può aiutarlo soprattutto a stare meglio. Fra Gaetano conclude i suoi interventi con una citazione resa famosa da una nota sit-comedy “poi é più facile, ogni giorno diventa più facile, ma devi farlo tutti i giorni, questo é difficile, poi é più facile”. La costanza nel crederci che tutti i giorni sia possibile.
L’incontro è stato arricchito dalla testimonianza di uno dei cuochi dell’ Hospice VdS, Pasquale Iracà, su come l’Ospite viene attenzionato sotto l’aspetto culinario, “coccolando” e assecondando il desiderio di ognuno di loro e uscendo totalmente dagli schemi di un menù “ospedaliero”. Ecco che, da parte di tutta l equipe, dagli OSS, dai Coordinatori, ai Cuochi, il menù del giorno diventa occasione di dialogo e accoglimento dei desideri e dei bisogni dell’ammalato, dando attenzione anche a questa dimensione quale parte integrante della cura globale della persona.
All’interno del variegato contenitore “Spaziocultura … la cultura che cura” non poteva mancare neanche sta volta l’aspetto artistico-musicale, egregiamente eseguito con sensibilità e bravura, dalla cantante Alessia Genua e dal chitarrista Fabio Moragas. I due artisti reggini con le loro melodie hanno sottolineato che la speranza è un valore e una dimensione fondamentale per l’uomo, caratteristica essenziale dell’esistenza umana che deve essere ricercata, accolta e coltivata con grande cura. Con il brano “Imagine” di John Lennon i due musicisti si augurano un mondo senza il dio denaro, in cui avere il coraggio e la speranza in un mondo migliore.
Coraggio e speranza ritrovate nelle parole della signora Carmela, moglie di uno degli Ospiti della struttura “Non conoscevamo questa struttura, così lontana da casa. Siamo entrati in Hospice non sapendo a quello a cui saremmo andati incontro. Il trascorrere del tempo, gli atteggiamenti di cura e il rispetto di tutta l’equipe ci hanno fatto sentire parte di questa famiglia. Abbiamo imparato ad affidarci, ci hanno ridato speranza… prima mi sentivo persa, non sapevo come affrontare la malattia, loro mi hanno insegnato come sorridere, come non mollare, come andare avanti fino alla fine con dignità, con amore. Oggi mio marito, che non parlava da mesi, mi sorride e mi parla”. Accanto alla moglie, nella tisaneria della struttura, solitamente bandita a festa per gustare il consueto momento di convivialità post incontro culturale, la signora Miriam Casuscelli, una delle coordinatrici infermieristiche dell’Hospice, che coglie l’occasione per ringraziare tutti i colleghi per l’amore e la dedizione nell’affrontare ogni giorno il proprio lavoro.
L’incontro culturale si conclude con l’augurio speranzoso del dr Vincenzo Trapani Lombardo, Presidente della Fondazione Via delle Stelle “Che questa Pasqua possa essere di vera rinascita da una pandemia che sta affliggendo tutto il mondo … e che il nostro Hospice possa tornare a ri-vivere con il mondo del volontariato e della cultura”