di Grazia Candido – “Qualcosa sta cambiando, c’è stato un risveglio delle coscienze. La società, i nostri giovani si sono avvicinati alle autorità, hanno scelto di scendere in campo e far sentire le proprie voci”.
L’assessore provinciale Attilio Tucci non ha alcun dubbio e alla conclusione del seminario “Le Ferita. Vincere la ‘ndrangheta: metodologie di contrasto e continuità di azioni”, evento organizzato dal Museo della ‘Ndrangheta, con il sostegno dell’assessorato alle Politiche sociali e giovanili della Provincia di Reggio Calabria e con l’Alto Patrocinio della Presidenza della Repubblica, il patrocinio del Senato della Repubblica e della Camera dei deputati, tira le somme su un “evento che deve diventare per il futuro, un appuntamento fisso perché per sconfiggere la ‘ndrangheta e il suo sistema malato occorre confrontarsi e ascoltare i giovani”.
“L’entusiasmo dei ragazzi e la loro attiva partecipazione a tutti gli incontri, ci sprona a continuare su questo percorso – afferma l’assessore Tucci – Questo seminario non è per noi un punto di arrivo ma il punto di partenza di una serie di attività che metterà in campo, nei prossimi mesi, il Museo della ‘ndrangheta dove oltre a coinvolgere i giovani, si renderanno partecipi le istituzioni, il mondo scolastico, le università. Certo, dopo questa esperienza, sappiamo che dobbiamo integrare per il futuro nuovi contenuti, approfondire tante altre sfaccettature che, in questi quattro giorni, non sono state analizzate”.
In riva allo Stretto, magistrati, avvocati, professionisti, studiosi, docenti, giornalisti, imprenditori, rappresentanti delle forze dell’ordine e associazioni hanno affrontato il fenomeno della ‘Ndrangheta, diviso in sessioni tematiche, da tutti i punti di vista: storico, religioso, culturale, sociale ed economico ma “non basta, si deve scandagliare il fenomeno mafioso in tutte le sue sfaccettature – sottolinea Tucci – Ci avvarremo quindi, della collaborazione dei nostri ragazzi perché le loro posizione, le loro idee e progetti potrebbero essere utili per le attività del museo”. Nelle parole dell’assessore provinciale si percepisce la fiducia e la soddisfazione di “essere riuscito a far parlare di un problema atavico, uscendo da quei vecchi stereotipi che allontanavano la società dal reale gap”.
“Prossimamente il Museo della ‘ndrangheta organizzerà una serie di incontri con tutti gli studenti della provincia con i quali analizzeremo i dati emersi da questo convegno – conclude l’assessore provinciale – Una volta raccolti tutte le informazioni, insieme alle intercettazioni telefoniche, ambientali e a tutti i resoconti dei processi di mafia avvenuti in Calabria negli ultimi 20 anni, saranno pubblicate e messe a disposizione della comunità. Mi auguro che continui questa sinergia tra istituzioni, società civile, mondo universitario perché per il cambiamento serve potenziare questo rapporto”.