di Peppe Caridi – “Chi pensa che la Calabria e i Calabresi, in un modo o nell’altro, dirtettamente o indirettamente, abbiano benefici economici dalla presenza della ‘ndrangheta, si sbagliano di grosso. I loro soldi li fanno girare altrove, in Russia, Sud America, nell’Europa centrale. Non certo in Calabria, dove subiamo solo la presenza dei boss e il controllo del territorio senza alcun beneficio“: così il prof. Massimiliano Ferrara, studioso economico e docente dell’Università Mediterranea, Dirigente del Dipartimento Cultura della Regione Calabria, ha chiarito uno degli aspetti più interessanti e controversi sulla ‘ndrangheta, rispetto a tutti coloro che – facendo riferimento a stereotipi e luoghi comuni – pensano che in qualche modo anche la gente per bene, in Calabria, ha benefici, favori e interessi dall’esistenza della criminalità organizzata.
Nel suo intervento, sull’evoluzione della criminalità organizzata e sugli effetti distorsivi sull’economia legale del mercato, il prof. Ferrara ha fatto riferimento all’aspetto economico della ‘ndrangheta, “che ormai lavora come una vera e propria impresa, un’impresa che funziona bene in quanto frammentata e flessibile quanto più possibile, e a maggior ragione visto che si tratta di un’impresa illegale, così è più difficile colpirla“.
Riprendendo l’intervento di Manuela Iatì sulle ecomafie, il prof. Ferrara ha spiegato che quello del traffico dei rifiuti tossici e radioattivi è solo un ramo di impresa della ‘ndrangheta, oltre al traffico di sostanze stupefacenti, armi e molto altro ancora.
Ma, ha spiegato Ferrara, un aspetto di basilare sostentamento per i clan criminali di tutta l’Italia meridionale è quello di riuscire a beneficiare dei finanziamenti pubblici mirati alla realzzazione di infrasturtture: “Anche per questo il sud Italia è più arretrato, dal punto di vista economico, rispetto al nord. Anche per questo abbiamo le grandi incompiute, di cui l’A3 Salerno-Reggio Calabria è l’esempio migliore. Le cosche riescono spesso a infiltrarsi negli appalti pubblici e a rinforzarsi dai finanziamenti a pioggia che spesso e volentieri arrivano dallo Stato verso le Regioni meridionali ma poi, purtroppo, finiscono nelle mani sbagliate“.