di Grazia Candido – La linfa della criminalità organizzata è l’economia e su questo importante aspetto ma soprattutto, su “L’azione della Guardia di Finanza quale polizia economico-finanziaria nel contrasto
all’accumulazione dei patrimoni di origine criminale nella provincia di Reggio Calabria”, si sofferma al secondo appuntamento pomeridiano del seminario “La Ferita”, il Colonnello Alberto Reda (comandante provinciale Guardia di Finanza di Reggio Calabria). “L’obiettivo primario della Criminalità organizzata è il raggiungimento del profitto e il legame tra malaffare ed economia è molto stringente – afferma il comandante Reda – I compiti della Guardia di Finanza non sono limitati solo alla prevenzione, ricerca e denunzia delle evasioni e delle violazioni finanziarie, ma riguardano anche la vigilanza sull’osservanza delle disposizioni di interesse politico-economico e la sorveglianza in mare per fini di polizia finanziaria. Siamo in una fase di stagnazione economica e la crisi nazionale ha contribuito molto a far penetrare la Criminalità organizzata nel sistema economico sano”. Da un’attenta analisi riportata minuziosamente dal colonnello Reda si evince che “tra gli obiettivi dei malavitosi vi è quello di investire il loro denaro sporco all’estero”.
“La Calabria è la regione meno sviluppata d’Italia e, attualmente, occupa l’ultima posizione nel Pil pro capite. Il sistema produttivo calabrese è chiuso e il tasso di crescita delle imprese è del 19% eppure, in questa terra, esiste una ricchezza nascosta generata dall’evasione fiscale e dai guadagni illeciti – aggiunge Reda – Dai dati che abbiamo, risulta che il riciclaggio mafioso ammonta a 118 milioni di euro, puliti sono 90 milioni, ma il contrasto delle forze dell’ordine da solo non basta ad abbattere questo sistema malavitoso, è necessario infatti intaccare il potere economico”.
In questi ultimi anni, il corpo della Guardia di finanza ha messo a segno importanti operazioni di confisca di beni nei vari clan mafiosi “grazie ad un’acquisita esperienza sul campo infatti, come ribadisce il colonnello, le fiamme gialle nell’ultimo biennio in provincia di Reggio Calabria, hanno sequestrato beni per un valore di 650 milioni di euro, confisca di sostanze pari a 360 milioni e ricchezze illecite che ammontano a 800 milioni ma questi valori non sono ancora un punto di arrivo”.
C’è ancora infatti, un altro obiettivo che si deve porre il legislatore “impossessarsi dei paradisi fiscali e, snellendo le procedure e rafforzando i canali di azione, si potrà dare un colpo secco alla criminalità organizzata”.
“In questi due anni, a Reggio Calabria, c’è stato un cambiamento culturale – conclude Reda – e abbiamo partecipato a quel processo che ha innescato l’accensione dei riflettori importanti per contrastare la ‘ndrangheta nella sua casa madre. Solo se si attacca la base dei criminali si mette in sicurezza l’economia del paese”.