di Peppe Caridi – La stagione invernale s’è presa una meritata e fisiologica pausa dopo il freddo e la neve eccezionali di metà dicembre e i tanti sbalzi termici che hanno caratterizzato l’ultimo mese del 2010.
I primi cinque giorni di gennaio sono stati ancora freddi, ma poi con la ’Svolta dell’Epifania’ la situazione è cambiata, il tempo s’è aggiustato in modo deciso e le temperature sono aumentate.
Relativamente alle quote altimetriche, ha fatto molto più caldo in montagna con +21°C a Mistretta, +15°C a Gambarie e Floresta, addirittura +13°C ai 1.910 metri del Rifugio Sapienza, sull’Etna, dove lo zero termico s’è impennato fino a oltre tremila metri di quota.
Sui rilievi del sud è ormai rimasta pochissima neve, anche se stoicamente resiste in alcune piste della Sila (Lorica e Villaggio Palumbo) dove si continua a sciare.
Ai bassi strati, lungo le coste e in pianura, l’aumento termico non s’è avvertito perchè freschi venti di scirocco hanno soffiato dal mare, rendendo l’aria molto umida tanto che nelle ore serali, notturne e al primo mattino anche nello Stretto c’è stato il fenomeno della nebbia o comunque di densa foschia.
Il tasso di umidità relativa e salito fino a oltre il 95%, come accade molto raramente in una zona ventosa e non troppo umida come lo Stretto.
Addirittura a Catania la nebbia ha creato problemi al traffico aereo: tre voli, infatti, sono stati dirottati sullo scao di Trapani Birgi a causa della nebbia che ha reso impraticabile l’atterraggio sulle piste di Fontanarossa. Si è trattato di due voli Alitalia, uno proveniente da Roma con 128 passeggeri a bordo ed uno da Linate con 82 passeggeri, e di un volo Meridiana decollato da Linate con 81 passeggeri.
E nelle zone joniche ha fatto ancora più fresco, basti pensare che Crotone, nella costa orientale della Calabria, non ha mai superato i +12°C (!) mentre Cosenza, dal clima continentale, nella Valle del Crati, arrivava a +21°C (anche se di notte scendeva fino a +3°C, con straordinarie escursioni termiche giornaliere).
La località più calda del sud, nei giorni scorsi, è stata Cetraro, nel Cosentino Tirrenico, dove per le correnti di favonio sono stati raggiunti addirittura i +25°C.
Sono stati 3 giorni molto particolari dal punto di vista termico: un’ondata calda così intensa in libera atmosfera, ha effetti e ripercussioni decisamente variabili e originali se si verifica in pieno inverno. In altri periodi dell’anno, in giornate come queste non ci sarebbero stati problemi a superare i +25°C su gran parte del sud, ma siamo in inverno, a dicembre ha fatto molto freddo che ora continua a resistere ai bassi strati, tra valli, conche e pianure, e in più i venti freschi provenienti dal mare hanno determinato la formazione di nubi, nebbie e foschie.
Ma superata l’analisi di quanto fin qui accaduto, passiamo alle previsioni: che tempo farà nei prossimi giorni?
Tra giovedì 13 e domenica 16 una nuova propaggine Anticiclonica occuperà l’Italia avanzando da ovest, garantendo bel tempo e temperature miti, più o meno come quelle dei giorni scorsi, anche se avremo ancora nubi, nebbie, foschie e i soliti fenomeni particolari che, comunque, ai bassi strati manterranno le temperature più o meno in linea con le medie.
Farà molto caldo, però, ancora una volta, in montagna e nelle zone interne, lontane dai mari, così come sulle colline.
Prima, però, avremo una breve e debole sfuriata fresca proveniente da nord: tra martedì 11 e mercoledì 12 le temperature si abbasseranno di un paio di gradi, specie nelle ore diurne, e non sono da escludere fenomeni d’instabilità, anche temporaleschi alla luce dei contrasti termici dovuti all’arrivo di masse d’aria molto più fredde, in quota, rispetto al grande caldo delle ultime ore.
Già al nord Italia abbiamo forti temporali, specie in Friuli, dove Trieste aveva raggiunto addirittura i +15°C ma poi è stata colpita, come Udine, da violenti nubifragi temporaleschi, e anche in Toscana, dove Firenze è sotto il diluvio dopo due giorni di massime a +17°C.
Nelle prossime ore il maltempo è atteso su Roma, dove sono stati raggiunti i +18°C: il maltempo è accentuato proprio dal caldo delle ore precedenti, che determina contrasti termici tali da far scatenare fenomeni temporaleschi molto più forti rispetto ai deboli rovesci che una perturbazione così timida avrebbe prodotto normalmente.
Dell’inverno, quello vero, fatto di gelo e neve a bassa quota, per ora non c’è traccia: ma la prossima settimana, a partire da lunedì 17, potrebbe iniziare a cambiare qualcosa: ne parleremo nei prossimi aggiornamenti!